Intervento di MARIANELLA CAZZANIGA

al convegno della non-autosufficienza

5 APRILE 2012

Come abbiamo avuto  modo di ricordare lo sportello della non autosufficienza è stata una buona intuizione  dello  SPI  Comprensorio di Monza e Brianza.

Il mio lavoro  si è svolto un paio d’anni qui a Monza e attualmente a  Lissone.

 Questa  attività  si  avvale  della collaborazione della segretaria di lega, degli attivisti dello SPI, dei funzionari degli uffici della Lega e degli uffici  provinciali, quali: Inca Caf, Ufficio per le Badanti, Servizio per i Migranti, Sportello delle politiche sociali.

 Un percorso che si è  avvalso di momenti di formazione, di costruzione  di strumenti  quale il Vademecum prodotto SPI Mb, prima e seconda edizione, momenti di “pensatoio”, un percorso  ancora in itinere. Un ‘esperienza che mi ha portato a  collaborare con lo SPI Regionale, che ha compreso come  questo sportello  fosse un volano   importante  collegabile  alla negoziazione sociale  territoriale. Un  trait d’union  che si è già manifestato per quanto riguarda la Lega di Lissone nei predisposti documenti  di negoziazione  unitari dei  Sindacati dei Pensionati Lissonesi. Lo Sportello non è solo  un Punto Unico di Accesso: è sì un luogo dell’informare e  orientare, ma è anche  sostenere se occorre difendere  la persona  dialogando ,  proponendo e se occorre rivendicando carenze o disfunzioni da parte delle istituzioni o altro organismi preposti. Spesso  sono contatti di estrema utilità,  a volte per cercare soluzioni soprattutto urgenti  per  gli utenti  e per riaffermare  anche con lo sportello  il ruolo  del Sindacato come soggetto attivo che rappresenta gli interessi delle persone  rispetto alla tutela della salute e del benessere, soprattutto per i più  fragili, anziani e non. Si  è rilevato ottimo il rapporto con il Terzo Settore, con l’Auser, la Caritas, L’Associazione Stefania, gli operatori del progetto ” Fianco a Fianco” per l’aiuto di chi sceglie la figura dell’Amministratore di Sostegno , impegno sostenuto dall’amica Franca  Piccinelli, che con me collabora validamente ,un apporto  molto apprezzato dagli utenti e naturalmente in primis da me, che vorremmo continuasse oltre i tempi della sperimentazione. Un esempio di qualità espresso dal Terzo Settore,   pensiamo però  come Sindacato che il soggetto pubblico  debba essere il soggetto programmatore,  e certo collaborativo con il Terzo Settore  e il mondo  del volontariato, in grado di offrire una visuale di obbiettivi  chiara , perseguibile, evitando le criticità del modello lombardo  già  svelatesi  per molti progetti  in essere, compresi tempi certi e finanziamenti.   Ebbene l’utente allo sportello si manifesta con una richiesta che durante il colloquio svela un ventaglio di bisogni articolato rispetto alla richiesta iniziale. Questo anche  perché l’operatore ormai per esperienza sa che purtroppo il corollario di sofferenza, di bisogno, di mancanza di informazione sui propri diritti è nelle cose. L’utente  solitamente è il caregiver  famigliare, la badante, l’anziano stesso. E’ un’utenza  trasversale per età, distribuita in varie fasce di reddito, di scolarità, di sensibilità . Inoltre la  fragilità ai nostri giorni si configura anche a Lissone , come descritto nel nostro documento di negoziazione. Come  una situazione di progressivo aumento della “ povertà relativa” accanto alla emarginazione storica  e ad un diffuso disagio sociale , come evidenziatosi nell’ultimo Bilancio Consuntivo, agli sportelli delle O.O.S.S. e della Caritas. I bisogni espressi dagli utenti hanno riguardato:  l’area della domiciliarietà- SAD – ADI – CDI – CDI – ALZHEIMER – CDD - barriere architettoniche , badanti- buoni e voucher – aiuti economici-posti di sollievo e dimissioni protette -trasporti sociali - tickets sanitari - ausili e protesi, dimissioni precoci, etc.  Alcuni interventi  riguardano i diritti degli utenti intesi come relazionarsi con gli URP o la Carta dei servizi,  l’Amministratore di sostegno etc. Numerose sono state le richieste per  l’inserimento lavorativo  dei disabili,per  l’invalidità civile, le comunità alloggio. Per quanto riguarda la residenzialità essa riguarda  la ricerca  di degenza in  RSA e il problema  del costo della retta, della qualità della gestione, delle lunghe liste di attesa, della mancanza di un centro unico di prenotazione.   Su questo lavoro sono stati fatti dei report, uno consegnato su richiesta  al tavolo anziani del PIANO DI ZONA di Carate Brianza per la nuova triennalità con indicatori suggeriti dall’istituzione, per quello del 2011, già descritto manca l’elaborazione  statistica dei bisogni che vorremmo elaborare in modo diverso.   

CASI EMBLEMATICI

In diverse occasioni ci siamo trovate a cercare risposte per l’ utente con anziano ricoverato in struttura  che ha difficoltà nel  sostegno del costo:  da chi nel nucleo famigliare collabora ma non è sufficiente, chi non vuole collaborare con i famigliari, chi non può dare una mano. Siamo al nodo duro della compartecipazione alla spesa   in RSA, una spesa per gli anziani e le loro famiglie  molto alta nella nostra Provincia, (non entro per brevità nella questione della qualità o degli standard e purtroppo in taluni casi di maltrattamenti).  Un recente capitolo si è aperto  a livello regionale con il FATTORE FAMIGLIALOMBARDO , per ora sperimentale, su cui limiti, profili di costituzionalità,  tempistica, le OOSS hanno fatto sentire  la propria voce. Da tempo le forze sociali e gli operatori cercano  con poca efficacia di far comprendere alla Regione come occorra perseguire la più larga strada della domiciliarietà, della continuità assistenziale , sia per evitare ingiustificati allontanamenti dell’anziano sia per gli elevati costi che la residenzialità raggiunge. Per la nostra esperienza  data la crisi, come è stato detto.. “  siamo già ad un sistema di servizi residenziali commisurati alle pensioni o ai redditi che fanno optare  per un servizio di serie A o B , senza parlare di quanti anziani utilizzano i propri risparmi per aiutare i figli restando nel momento del bisogno per il ricovero   in difficoltà, o  risparmi già utilizzati per cure private a pagamento date le necessità che hanno tempi di attesa biblici.   Non è detto poi con i chiari di luna della finanza pubblica che I Comuni, cioè noi  la collettività possa sostenere anche la serie B del servizio. La compartecipazione dei famigliari  e dei comuni per situazione di in capienza  ,non può essere lasciata più  in questo caos. Il Codice Civile con gli articoli sui soggetti  Obbligati trova un punto, ma affida poi la definizione dell’entità  economica al Giudice. Tale via è del tutto insufficiente per trattare i casi assistenziali, come ben sottolineato recentemente, sempre più frequenti. E non si può aprire sempre una vertenza fra i famigliari o fra famigliari e Comuni dall’esito  incerto,   la giurisprudenza non ha chiarito del tutto il problema. Occorre dunque un intervento a livello legislativo  nazionale, come è stato sottolineato in grado di garantire uguaglianza ed equità, anche  civilissimamente togliendo alcune figure famigliari del parente  e sotto il profilo  dell’entità del contributo  aspettare il nuovo indicatore ISEE che dovrebbe essere legiferato  dal Parlamento convertendo alcuni articoli del Salva Italia quale l’art.5 sulle modifiche dell’uso dell’ISEE. Nell’articolato viene altresì previsto  il rafforzamento dei controlli attraverso la condivisione degli archivi a cui accedono la pubblica amministrazione e gli Enti Pubblici, prevedendo la costituzione di una banca dati delle prestazioni sociali agevolate condizionate all’ISEE.  Aldilà di questi aspetti tecnici importanti, è l’utente onesto gravato da diversi problemi, soprattutto economici, che noi spesso vediamo umiliato nel suo ruolo  sociale  ed umanamente  toccante. Sosteniamo congiuntamente   la proposta  dello SPI Regionale per la COSTITUZIONE DI UN FONDO DI RIEQUILIBRIO per appunto le famiglie in difficoltà, non parliamo poi dell’eventuale vaucherizzazione  della quota regionale.

LE DIMISSIONI PRECOCI

Le dimissioni precoci sono purtroppo un problema  connesso alla conoscenza  e all’applicabilità dei protocolli delle dimissioni protette  e anche dall’aiuto che può  offrire sia la presenza dell’assistente sociale in ospedale che  dal lavoro svolto dal distretto e dal segretariato sociale comunale, della conoscenza del Medico di famiglia.  Per questo occorrerebbe anche potenziare le strutture per le persone anziane  dimesse dall’ospedale  per sub-acuti, evitando traumatici rientri al domicilio ove neanche il servizio ADI  riesce a seguire la continuità assistenziale.  Alcune volte  lo sportellista  arriva tardi poiché l’utente non è stato veicolato   verso la giusta soluzione oppure più fra le  aziende ospedaliere convenzionate, si ignorano i protocolli sottoscritti e l’utilizzo del buon senso. A volte per tempo lo sportello ha suggerito, sempre nel rispetto del  libero arbitrio  dell’utente, il rifiuto della dimissione. Molte volte abbiamo invece rilevato l’ottimo percorso delle dimissioni protette.  Il caregiver lavora, a volte è una famiglia monoparentale, ha problemi di mobbing  al lavoro per richieste di permessi per poter assistere l’anziano  L.104 sì o n, si tenta anche la sospensione o il licenziamento.  

TRASPORTO SOCIALE

Diversi utenti anziani e malati oncologici  e altri hanno dimostrato grazie all’impegno di Associazioni come Auser di poter garantire  il diritto alla cura e la continuità assistenziale. Per le persone in stato di fragilità, che dovrebbe essere garantito come un livello essenziale di assistenza. Il Sindacato ha da tempo proposto UN PIANO PROVINCIALE  che abbia al centro UN UNICO PUNTO DI ASCOLTO, in subordine almeno con tutti i soggetti in causa, lo studio da parte dell’ufficio di Piano nell’ambito del Piano di Zona di un PROGETTO DISTRETTUALE.

. Questi ed altri sono i nostri casi,  un sindacato che svolge un ruolo di servizio  un po’ diverso ,  occorrerebbe più  collaborazione per il circolo virtuoso  che si può instaurare con la CGIL.   Un sentito grazie a quelle istituzioni , alle  realtà del volontariato,  a chi aiuta come attivista  SPI gli sportellisti, al GUT,  per una supporto  veramente di qualità, teso  insieme a noi per la soluzione dei problemi  dei  cittadini,soprattutto dei più fragili.

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